mercoledì 12 gennaio 2011

Della memoria e dell'oblio (im)possibile. A un passo dall'abisso




Le parole dei racconti di mio padre: vive di memoria precisa, ancora avvolte da un cono d'ombra di terrore.
6 Agosto '44, colli fiorentini.
Tre ragazzini, i genitori, i nonni, i contadini che li aiutavano, i tedeschi che li cercavano, le bombe dal cielo, la liberazione alle porte.
Il coraggio dei miei nonni, poi un soldato tedesco capace di un gesto di sconcertante umanità.
Il tedesco buono:
"Sind Sie Juden?"
Mia nonna con mio nonno:
"Nein, das ist ein franzoesisch Name"
Sguardi impietriti, un cenno impercettibile con gli occhi dentro al gioco della vita e della morte. Un miracolo a un passo dalla fine, danzando sul filo del baratro, per ritrovarsi inspiegabilmente salvi.
Senza alcuna motivazione apparente. Senza una apparenza di 'giustizia' contestuale. Da accettare e basta, per continuare a vivere. Il senso della storia della propria vita, tra sommersi e salvati.
Eppure ci siamo.
Siamo nati così.

lunedì 10 gennaio 2011

CauteSfide nelle MediaRelazioni

Abstract *

Dal limite nasce il sorprendere. Disabilità, intelligenze altre tra Mediazione e Counseling


Misurarsi con il limite in ogni relazione umana può essere una grande opportunità di crescita.
A partire da un livello di criticità comunicativa (linguistica, dialogica, operativa) piuttosto elevato, l’esperienza di incontro con una giovane ragazza disabile inserita in un contesto familiare-sociale molto attento e presente, si è progressivamente trasformata in una relazione di aiuto dagli esiti inaspettati.
Le criticità che derivano dal manifestarsi esplicito delle imperfezioni comunicative possono funzionare da stimolo per l’attivazione di risorse nuove e di rispecchiamenti positivi che, anche grazie alla professionalità dell’intervento effettuato sotto una scrupolosa supervisione, richiamano implicitamente tutte le persone coinvolte a un triplice livello di cambiamento:

a)      trasformazione interiore
b)      trasformazione relazionale
c)      trasformazione di sistema

Nel contesto di una relazione di aiuto che abbraccia anche l’area della Mediazione, con l’ampia rete di connessioni che la attraversano, riconoscere la possibilità di accogliere nuovi linguaggi espressivi (parole, gesti, sguardi, silenzi) riconoscendo altresì l’entrata in gioco di intelligenze altre, significa favorire il passaggio dalla criticità alla creatività, osando il richiamo a risorse di cambiamento inimmaginabili da un punto di vista strettamente razionale nell’ambito delle disabilità cognitive.
L’utilizzo di forme di dialogo non codificabili a priori, bensì soggette a continue ridefinizioni, non solo consente un processo di trasformazione interiore nei singoli (utente disabile, counselor, familiari, operatori) ma stimola parallelamente il sorgere di trasformazioni relazionali di sistema.
Anche le istituzioni coinvolte in un simile processo di Mediazione si ritrovano inserite, seppur in modo talvolta indiretto, in un percorso condiviso che pone contemporaneamente al centro la persona disabile e il bisogno di attivare nuove risorse utili alla salvaguardia di una piena integrazione, pensata nei termini del maggior livello possibile di autonomia personale.
Ottobre 2010
* Tratto dalla Tesi
‘Mia sorella è come papà, mentre io sono come la mamma’
Rispecchiamenti di identità, linguaggi e intelligenze altre nella relazione di aiuto con i disabili cognitivi e con le loro famiglie

sabato 8 gennaio 2011

Qualcosa è cambiato

Parliamo di guerra. O di presunte missioni di pace, talmente armate, da causare spargimenti di sangue e di morte come capita da tempo a Kabul. Leggo su Repubblica, nel sottotitolo di pagina 14: La Russa: "Kabul, dai militari più trasparenza". Il Pd: basta attaccare le Forze armate. Ora, per quanto si possa essere ormai abituati alla mancanza di direzioni politiche riconducibili a istanze storiche di sinistra o di destra o di centro, non riesco a non avvertire che qualcosa è proprio cambiato. Di questo cambiamento, però, sembra non giovarsi proprio nessuno: né quel che resta della destra e della sinistra e del centro, né tanto meno la società civile (e militare) chiamata a eleggere i propri rappresentanti politici. La democrazia ha i suoi limiti, si sa. Se ne trattava - e con quali lungimiranti argomentazioni - già in epoca antica. Eppure, qualcosa mi sfugge. Mentre tento di immaginare se Zygmunt Bauman liquiderebbe - si fa per dire - anche la mia passeggera perplessità utilizzando il paradigma della contemporaneità liquida, continuo a percepire che qualcosa mi stia sfuggendo. Mi chiedo se rispolverare il dibattito filosofico sul pensiero debole possa avere un senso e non posso non realizzare che oggi è il 'pensiero' stesso a essersi liquefatto fino a trasformarsi in una gigantesca ombra. Un'ombra liquida, fangosa, sfuggente. Un'ombra dietro la quale ci sta tutto e il contrario di tutto. Nel gioco delle parti, liquido o non liquido, ci sta che La Russa finga di contestare i vertici militari d'istanza a Kabul e che il Partito Democratico alzi un improbabile scudo in difesa delle Forze Armate. Del resto, se molti elettori del cosiddetto centro-sinistra non riescono in alcun modo a trattenere la loro sentita ammirazione per le posizioni politiche espresse dal  fu-missino Gianfranco Fini, si è portati a credere che anche i più subdoli cambiamenti attuali tendano a assumere a oltranza le sembianze della sorda abitudine.

giovedì 6 gennaio 2011

Da 'Parole sparse in tutti gli angoli'

E mi accompagna
Uno spicchio di luna
Tagliato di tondo
Sinuoso
Tra luce chiara
E immaginazione di ombra
Quasi a parlare
Sopra la terra
Di quanto resta
Oltre ogni vento
V. 6.9.08

Vorrei

Vorrei che le persone attrezzate di un minimo di cultura e di lungimiranza potessero fare a meno di parlare di bicchieri mezzi pieni o mezzi vuoti
Vorrei non sentir mai più i politicanti e gli opinionisti rivolgersi al presunto 'avversario politico' o interlocutore premettendo che ha il diritto di dissentire
Vorrei che non piovessero sulla terra migliaia di corvi morti
Vorrei che nessuno fosse condizionato da un senso del dovere privo di senso
Vorrei fossero aboliti i 'buoni propositi' per il nuovo anno e mille altre inutili banalità
Vorrei veder fiorire molti luoghi personali al posto di sciocchi luoghi comuni