sabato 23 aprile 2011

Pazza idea (molto felice), gran pastrocchio narrativo (infelice)

Difficile esprimersi su Habemus Papam di Nanni Moretti, altrettanto difficile tacerne.
Viene comunque voglia di dire qualcosa, dalla sua visione non se ne esce indifferenti.
E questo è un merito indubbio.
Al di là del giudizio, Habemus papam è da vedere. Anche se sembra un film diviso in due parti. 
Una prima parte brillante, fluida, sorprendente, soppesata, intelligente, finemente complessa. Bella, anche.
Una seconda parte pasticciata, fuori controllo, ridondante, a tratti noiosa, in ogni caso improbabile fino a diventare grottesca. Non bella, decisamente.
Peccato.
Sembra che gli sceneggiatori e il regista si siano progressivamente fatti permeare dalla stessa folle rappresentazione che intendevano narrare in forma cinematografica.
Alla fine la bellezza della prima parte del film svanisce dissolta in sconclusionati labirinti narrativi.
Che dire poi dell'ostinazione di Nanni Moretti nel volersi proporre e riproporre anche in veste di attore?
La questione della personalità narcisistica - per quanto abbia un suo fondamento - non basta certo a spiegare il fenomeno di un regista che non può non pensarsi attore di se stesso, a costo di guastare l'armonia di un'opera creativa degna di considerazione e, forse, anche qualcosa di più.
Un'altra volta, peccato.





domenica 10 aprile 2011

No more Sun. Domenica senza Sole

Non so quale visione del mondo possa sottendere a un aumento secco del 50% sul prezzo di un quotidiano, in tempo di crisi e in un paese nel quale l'arte della lettura è vista con maggior sospetto della più subdola forma di cartomanzia.
Non so neppure quale idea si siano fatti i sondaggisti sul lettore medio di un inserto culturale tra i più apprezzati nel panorama italiano.
Sia come sia: domenica scorsa per comprare Il Sole 24 ore, con il suo bel Domenicale, si spendeva 1 Euro. Da stamani, zac, si passa direttamente a 1 Euro e 50. Cinquanta centesimi in più, cinquanta percento di rincaro in una botta sola, roba da rendere piuttosto pensierosi. Se la cultura in Italia diventa sempre più spesso una merce di scambio di decisioni impopolari, operate da gente ricca e potente, non resta altro che fermarsi all'ombra di un sole per nulla invitante. No more Sun. Da domenica prossima, niente Sole.