sabato 24 settembre 2011

Se l'arte fa paura.

Una ventina di puntate di Passeparout già pronte.
Eppure, la magica trasmissione della domenica di Philippe Daverio, è stata improvvisamente uccisa dal CdA della Rai.
Se l'arte viene considerata come qualcosa di superfluo e inutile, non si può non aver paura del contesto nel quale si sta vivendo.
Si dirà che nel nostro paese ci sono cose ben più preoccupanti della cancellazione di alcune trasmissioni televisive.
Tuttavia, se viene cancellato d'improvviso (senza alcuna motivazione attendibile) un programma della televisione pubblica non salottiero ma dedicato alla formazione estetica dei suoi numerosi spettatori, la faccenda deve destare un ragionevole allarme.
Se Passepartout è morto, nel più completo disinteresse generale, l'allarme è desto.
Bisognerebbe domandarsi come mai la notizia non ha suscitato reazioni minimamente paragonabili agli annunci, più o meno veritieri, di cancellazione di altre note trasmissioni della Rai di qualità assai discutibile.
Ma la domanda attualmente suona così retorica da sembrare addirittura sciocca.

martedì 20 settembre 2011

Ricette seriali per bambine da presidente.

















In questi giorni di ulteriori raccapriccianti intercettazioni a carattere surreal-sessuale, una serie di quesiti in forma di scatola cinese ricorrono nella mia mente.
Come è potuto accadere che nel nostro paese esista addirittura un vero e proprio esercito di 'bambine' del presidente (tra le quali, triturate in un orrido mix di volgarità e perversione, compaiono peraltro alcune quarantenni) cresciute col mito della prostituzione istituzionale e televisiva?
I loro genitori cosa accidenti fanno nella vita?
E chi invitavano alle feste di compleanno di queste belle piccine quando erano alle elementari?
Ma, soprattutto, con quale diavolo di ricetta seriale hanno saputo crescere centinaia di ragazzine appassionate di riti orgiastici per vecchi riccastri (im)potenti, collezionisti del porno kitsch de' noantri?
(che nel bel paese mica potevamo farci mancare i travestimenti da suora e da poliziotta - si badi bene - con uniformi originali).
Averne voglia di rispondere a queste domande...
Ogni tentativo di articolazione di un pensiero pensato, lascia la mente inesorabilmente vuota.
Come si potessero azzerrare millenni di sapere umano in un unico momento.
Anche se naturalmente non è così, il senso di sgomento per l'anomalia che stiamo vivendo - anomalia subita da 60 milioni di italiani all'incirca come da pulcini rinchiusi a migliaia in minuscole gabbie - è ormai radicato nell'inconscio collettivo.
Un inconscio collettivo paralizzato dall'eccesso, del tutto inedito, di pubblica perversione socialmente stratificata.


martedì 13 settembre 2011

Una civiltà di insetti. Conversazione immaginaria tra I. Bergman e W. Allen

Tempi moderni

IB: ' Ho la netta sensazione che il nostro mondo stia per andare a picco. I nostri sistemi politici sono profondamente deteriorati e non servono più a nulla. I nostri modelli di comportamento sociale - interiori e esteriori - si sono dimostrati fallimentari. La cosa tragica è che non possiamo, né vogliamo, né abbiamo la forza di cambiare direzione. E' troppo tardi per le rivoluzioni e tutto sommato, nel profondo di noi stessi, non crediamo più neppure che possano sortire effetti positivi. Dietro l'angolo è in agguato una civiltà di insetti, che prima o poi prenderà possesso del nostro mondo iper-individualista. Per il resto sono un rispettabile socialdemocratico.'

 

WA: ' Non ho un grande concetto delle istituzioni. Credo che il tratto saliente dell'esistenza umana sia la disumanità dell'uomo nei confronti del prossimo. Se la osservassi da lontano, se fossimo osservati dagli alieni, penso che l'impressione sarebbe questa. Non credo che sarebbero ammirati della nostra arte o di ciò che abbiamo conquistato. Credo che sarebbero stupefatti dalle carneficine e dalla stupidità.'