lunedì 21 marzo 2011

Mondo gatto, umanità radioattiva, bombardamenti democratici


Al pensiero del crudele destino che lega il popolo giapponese ai disastri prodotti dalla potenza dell'atomo viene solo voglia di pensare a un mondo governato dai gatti, alla maniera immaginata da Carlo Cassola alla fine degli anni Settanta nel suo bel libro Il paradiso degli animali.
Nessun gatto, per felina che possa essere la sua aggressività e pur nei limiti delle sue ristrette facoltà di analisi, potrebbe mai ideare un sistema così bestialmente distruttivo come quello che prevede la diffusione sulla terra delle centrali nucleari.
L'imperatore giapponese non trova più parole per rivolgersi al suo popolo, infatti non esistono parole capaci di prendere forma senza suonare offensive nei confronti delle umane genti e della natura intera. Sarebbe preferibile una preghiera generica rivolta al 'mondo gatto' che tanta importanza assume nella vita e nella cultura del Giappone.
Non so come si possa immaginare il presente e il futuro del mondo senza la città di Tokyo e senza mezzo Giappone; non so come si possa ipotizzare la diaspora improvvisa cui saranno costretti migliaia di giapponesi portatori, non certo sani, di dosi massicce di radioattività nel tentativo di sopravvivere alla catastrofe nucleare; non so come mezzo mondo continui a voler credere a una contaminazione circoscritta in un pianeta-terra che, com'è noto, è una sfera girevole attorno alla quale soffiano venti potenti e veloci; ma soprattuto non so come gli umani abbiano ancora il coraggio di credere alla favola perversa del primato dell'economia.
Un gatto non crederebbe mai all'idea che l'accumulo illimitato di sfiziosi bocconcini di carni prelibate non gli sarebbe, a lungo andare, letale.
Adesso anche i gatti giapponesi sono tutti nuclearizzati e sono costretti a mangiare scarti radioattivi, a bere acqua contaminata. Ci sono buone probabilità che la città di Tokyo sia prossimamente abitata solo da animali morenti e da qualche fantasma; ma quel che più preoccupa non è certo la sorte degli umani, dei gatti, degli animali o dei fantasmi, bensì la tenuta del mercato finanziario internazionale.
Intanto, il cosiddetto Occidente democratico prende decisioni fondamentali per la diffusione della democrazia nel pianeta e dichiara guerra al pericoloso dittatore libico con il quale, fino a pochi mesi fa, intratteneva traffici di ogni tipo, nonché rapporti cordiali, spinti fino a pagliacceschi trattati di amicizia bilaterale (vedi il caso italiano).
Bisogna infatti ricordare che, nella tardo-modernità a noi contemporanea, il bombardamento democratico è uno strumento di governance globale dal tratto discrezionale e comunque sempre all'apparenza pacificatore: si bombardano le città nelle quali dimorano i dittatori nemici del momento, con nessun interesse per le sorti delle popolazioni civili e militari, ma con l'apparente obiettivo di esportare democrazia, pace, libertà, benessere, giustizia, bontà, valori ecc. ecc. Guarda caso, si tratta dello stesso obiettivo politically correct tanto caro ai seminatori di morte nucleare in nome del progresso economico e energetico globale.
E se un giorno dividessimo il mondo in due parti?
Da una parte della terra tutti gli uomini (e i gatti!) che del primato dell'economia, delle borse mondiali, del progresso energetico a colpi di bombe e di radioattività non sanno più che farsene; dall'altra parte, tutti i forzati della democrazia capitalistica ad ogni costo, con le loro bombe pacifiche giuste buone intellelligenti democratiche, alimentate da super redditizia energia nucleare?