venerdì 29 marzo 2013

MaternaMente



Profondo é il pozzo
Dell'amore materno
Lí dentro il buio diventa giorno 
Là in mezzo alla notte nera
Governano i raggi del sole

giovedì 28 marzo 2013

Un giorno devi andare (o forse resta dove sei)




Un giorno devi andare
Il cinema italiano sembra rispecchiare il grigiore nel quale è immerso il paese.
Non fanno eccezione neppure i registi più promettenti e intelligenti come Giorgio Diritti.
 "Un giorno devi andare" si presenta come una scommessa, che è anche promessa, ma finisce col perdersi nell'inconsistenza narrativa.
La bellezza della fotografia si scontra con la fredda rigidità della colonna sonora.
Nella sceneggiatura qualcosa non funziona, la religiosità è incanalata lungo sentieri tristi, ripetitivi, deprimenti.
Il femminile è costretto tra i dolori della maternità e il rigore di un'estrema separatezza dalla vita che scorre.
Si esce con la sensazione di un'opportunità perduta in fondo al mare. L'assenza di respiro poetico fa venire voglia di rimanere esattamente dove e come si è. Nessun desiderio di andare per le vie del mondo.