mercoledì 26 novembre 2014

Foglia sfogliata





Stanotte il sogno
E' lettera innamorata
Stropicciata di vento
Madre tormento
Foglia ancora sfogliata
Luce del bisogno

domenica 23 novembre 2014

Il giovane favoloso. Giacomo Leopardi



MinimaRecensione



Il giovane favoloso. Una occasione perduta.



Era estate quando uscirono recensioni interviste annunciazioni, con pretese di rivelazione rivoluzionaria, sul nuovo film di Mario Martone, Il giovane favoloso, dedicato a Giacomo Leopardi.

Da grande appassionata dell'opera di Leopardi, uno dei più straordinari pensatori di sempre, confesso che il titolo mi pose da subito in posizione di allarmata curiosità.

Favoloso: in che senso?
Vuoi vedere che finalmente ritroveremo il genio leopardiano restituito alla sua strabiliante grandezza, senza parole vuote su presunto pessimismo/ottimismo...

A incuriosirmi, in modo meno allarmante, furono poi le dichiarazioni del regista in merito al desiderio di riabilitare gli aspetti luminosi e positivi del pensiero leopardiano, nonché la preannunciata restituzione dei giusti contorni all'ambiente familiare, con tanto di riabilitazione della figura di Monaldo (padre di Giacomo).

Ebbene, dopo la visione tardiva del film, mi ritrovo alquanto spaesata.

Provo a tenere insieme, isolandole dal senso generale di spaesamento, le sensazioni più gradevoli.

Elio Germano è bravissimo, la scelta di Martone di affidargli il ruolo di Giacomo è davvero felice.

La fotografia è di buon livello, stessa cosa direi della regia (in senso strettamente cinematografico) non fosse che qui si aprono una serie di parentesi che spostano in zone ammantate di disagio.

Ci sono infatti alcune incursioni teatrali di dubbio gusto, decisamente fuori contesto narrativo, soprattutto nella seconda parte del film.

L'attenzione dedicata agli aspetti delle costellazioni negative che gravano intorno alla salute di Giacomo Leopardi appare a tratti morbosa e sortisce l'effetto di sfuocare la portata immensa del suo genio creativo.

Inoltre, non ho visto alcuna riabilitazione della figura di Monaldo né ho potuto cogliere nuovi tagli interpretativi sul contesto familiare leopardiano.

E la scelta di suddividere il film in filoni narrativi legati quasi esclusivamente agli spostamenti geografici da Recanati a Firenze, a Roma e a Napoli, mette in luce le grandi ombre sulla cura dedicata alla sceneggiatura.

Ecco perché a Il giovane favoloso mi ritrovo a apporre il sottotitolo di Una occasione perduta.

Dovessi rispolverare i giudizi delle Scuole Medie - quando mi scoprivo con meraviglia e stupore innamorata della poesia di Giacomo Leopardi, al punto da portare all'esame di terza media Alla luna e altre splendide poesie semi-sconosciute - conferirei al film di Martone un bel Sufficiente++ (giudizio appioppato diverse volte ai miei commenti critici, refrattari alle categorie preordinate del pensiero).