sabato 23 aprile 2011

Pazza idea (molto felice), gran pastrocchio narrativo (infelice)

Difficile esprimersi su Habemus Papam di Nanni Moretti, altrettanto difficile tacerne.
Viene comunque voglia di dire qualcosa, dalla sua visione non se ne esce indifferenti.
E questo è un merito indubbio.
Al di là del giudizio, Habemus papam è da vedere. Anche se sembra un film diviso in due parti. 
Una prima parte brillante, fluida, sorprendente, soppesata, intelligente, finemente complessa. Bella, anche.
Una seconda parte pasticciata, fuori controllo, ridondante, a tratti noiosa, in ogni caso improbabile fino a diventare grottesca. Non bella, decisamente.
Peccato.
Sembra che gli sceneggiatori e il regista si siano progressivamente fatti permeare dalla stessa folle rappresentazione che intendevano narrare in forma cinematografica.
Alla fine la bellezza della prima parte del film svanisce dissolta in sconclusionati labirinti narrativi.
Che dire poi dell'ostinazione di Nanni Moretti nel volersi proporre e riproporre anche in veste di attore?
La questione della personalità narcisistica - per quanto abbia un suo fondamento - non basta certo a spiegare il fenomeno di un regista che non può non pensarsi attore di se stesso, a costo di guastare l'armonia di un'opera creativa degna di considerazione e, forse, anche qualcosa di più.
Un'altra volta, peccato.





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